Museo del Design del Friuli Venezia Giulia – Associazione di Promozione Sociale
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Nel contesto della riflessione sulla propria identità nasce la collezione Dinamic. Disegnata da Massimo Iosa Ghini, è presentata al Salone del Mobile di Milano nel 1986. Erano oggetti complessi sia dal punto di vista costruttivo sia perchè contemplavano tanti diversi materiali a seconda del modello. Il catalogo declamava la “curva intesa come elemento controllabile grazie ai sistemi elettronici di gestione della produzione”, ma la realtà era una grossa sfida a tutto il sapere della Moroso. La nuova anima della Moroso è fatta anche di nuovi arrivi nel management dell’azienda.
Nel contesto della riflessione sulla propria identità nasce la collezione Dinamic. Disegnata da Massimo Iosa Ghini, è presentata al Salone del Mobile di Milano nel 1986.
In basso, una poltrona della linea Dinamic, designer Iosa Ghini, 1986.
Non fu facile mettere in produzione oggetti tanto complessi come i prodotti Dinamic, sia dal punto di vista costruttivo sia perchè contemplavano tanti diversi materiali. La struttura era in tubo e profilati d’acciaio lucidati e cromati, oppure in legno rivestito di poliuretano, a seconda del modello. Il catalogo declamava la “curva intesa come elemento controllabile grazie ai sistemi elettronici di gestione della produzione”, ma la realtà era una grossa sfida a tutto il sapere della Moroso.
In questa foto Patrizia Moroso è con Massimo Iosa Ghini e Alberto Gortani, il Direttore Generale.
A Dynamic seguono presto altri prodotti innovativi sia dal punto di vista formale che tecnologico. Dalla collaborazione con il gruppo Memphis nasce nel 1989 la collezione Design Gallery. Michele De Lucchi nel 1989 progetta per Moroso diversi prodotti tra cui i divani Joyce e Ulisse che, fotografati da Miro Zagnoli sono nella campagna pubblicitaria Moroso datata 1991.
In alto Antonio Citterio e Kita assieme alla sedia Fido (1989), a sinistra Saruyama (1990).
Gli anni a cavallo del 1990 sono intensi. Tanti sono i nuovi designer che accolgono l’invito di Patrizia Moroso ad immaginare nuove storie di design per gli imbottiti. Qui in alto Agostino Moroso, con Toshiyuchi Kita, osserva la sedia Fido, messa in produzione nel 1989. Anche qui materiali diversi compongono l’insieme: struttura interna in acciaio, imbottitura di poliuretano espanso schiumato, piede posteriore in fusione di alluminio lucidato, piedi anteriori in faggio. Sempre di Toshiyuchi Kita è Saruyama, datato 1990, un divano che evoca le forme naturali di una roccia. Inizialmente sagomato a mano, oggi è prodotto in poliuretano stampato a freddo. Il suo rivestimento in panno rosso, che segue perfettamente le irregolarità della forma, è emblematico della qualità della tappezzeria Moroso.