A proposito del Bauhaus … Connessioni italiane

5 Marzo 2020

Sarebbe interessante approfondire la provenienza geografica e quella sociale delle donne che frequentarono il Bauhaus. Molte erano ebree, la maggior parte era tedesca, ma c’era chi veniva da altri paesi dell’orbita dell’ex impero austro-ungarico, da Vienna come Anni Wottitz-Moller e Friedl Dicker, vittime dell’olocausto; dalla Polonia, come come Ilse Fehling, Elsa Franke-Thiemann, Annemarie Schütt-Hennings e Ré Soupault; Lucia Moholy Nagy era praghese; Margit Tery-Adler-Bauschman, Judit Kàràsz, Zsuzsanna Banki-Sterk erano ungheresi; Otti Berger e Etel Fodor-Mittag erano croate, altri talenti sacrificati all’olocausto, era di Zagabria Koka Tomljenovic-Meller e slovacca Irena Blühova; Marguerite Frielander-Wildenhain era nata a Lione; Kitty van der Mijll Dekker-Fischer nella Sumatra olandese, e olandese era anche Greten Neter-Kähler.

Di nazionalità italiana era Corona Crause. I genitori  erano tedeschi ma lei nasce a Coronata, vicino Genova, cosa che ne determina il nome e la nazionalità italiana. Altre donne del Bauhaus di provenienza italiana non ne abbiamo trovato ma ci furono due studenti maschi con connessioni friul-venezia giuliane: Alfredo Bortoluzzi, pittore, coreografo e ballerino, che ha un nome veneto ma era nato a Carlsruhe e morì a Peschici; Augusto Cernigoj era di Trieste e lì ha lasciato la sua eredità artistica e artigianale nei grandi pannelli intarsiati in legno realizzati per navi e ambienti pubblici e nelle mani dell’artista e designer Emanuela Marassi .

Abbiamo appreso che Josef Albers, nei suoi studi sull'arte ottica collaborò con alcuni artisti italiani fra i quali Getulio Alviani, uno dei più noti artisti udinesi e che Florence Henri, donna cosmopolita dalla vita intensa tutta dedicata all’arte di viaggio, sposa il poeta futurista italiano Gino Gori. Kitty van der Mijll Dekker-Fischer venne premiata alla Triennale di Milano del 1933 per un tessuto di Cellophan.

Grit Vries Kallin-Fischer collabora con lo scultore italiano Marino Marini a Milano. Grit fu una delle poche donne ad essere ammessa al laboratorio di metallurgia dove la star assoluta fu Marianne Brandt. Coinvolta anche nella classe teatrale di Oscar Schlemmer, è qui che conosce il marito Edward L. Fisher. Da una foto di Lux Feininger che lo ritrae che lo ritrae in posa Chapliniana si direbbe un simpatico burlone. Del resto se si conoscono le immagini delle feste che venivano organizzate a Weimar per coinvolgere i refrattari cittadini e i progetti, ancora oggi strabilianti del Triadische Ballet si può immaginare il divertimento di quei giorni di scuola.

 

[Questa ricerca fa parte del progetto DONNE AL BAUHAUS / LEONARDO DESIGNER, progetto realizzato con il sostegno della regione Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura]

 

In copertina fotografia un oggetto servizio te Margarete Heymann-Loebenstein, ca.1930, qui una delle illustrazioni preparate per il videomapping.

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