L'AMBITO LINGUISTICO

Nell’attività progettuale Fabiani usa spesso la forma dell’ellisse e dell’ovale sia in pianta che nei prospetti. Basta ricordare la forma della piscina dei giardini di casa Ferrari, l’ingresso di villa Karma, o le scale a forma ellittica dell’Artaria, del palazzo  Trgosvki dom a Gorizia o la stessa forma in pianta dell’Urania a Vienna. Il dondolo poi riassume alcuni dettami del pensiero di Fabiani: eliminare le decorazioni e tutto il superfluo, conoscenza della materia e della tecnica utilizzata, liberarsi da tutte le convenzioni.

 

A sinistra Palazzo Urania di Vienna, 1909/1910 e, sotto, disegno per il concorso per la sistemazione del Karlsplatz di Vienna, 1898 (tratto dal volume "Max Fabiani, Nuove Frontiere dell'Architettura", M. Pozzetto,  ed.Cataloghi Marsilio, 1988, pag 121)

"Non si toglie per impoverire, si toglie per marcare le linee, per sottolineare le strutture, per rafforzare il volume, per aggiungere solidità. Per aggiungere significato e consapevolezza. "

(Max Fabiani, da ACMA, L’ANIMA DEL MONDO)
 

Il legno curvato è il linguaggio per far arrivare progetti di grandi architetti per famosi progetti alla grande produzione, quella ripetitiva in grandi numeri con costi abbordabili per tutti. Ne è un esempio la Fledermaus che riprende una poltroncina disegnata da Josef Hoffmannn per il Sanatorium di Purkersdorf. La Volpe non fa altro che sfruttare la vicinanza linguistica e i rapporti con il grande nome a disposizione: Max Fabiani.

COME DATARE IL DONDOLO 267?

 

La Società Anonima Antonio Volpe viene fondata nel 1908. Alla mostra d’emulazione ad Udine del 1911 le descrizioni nei cataloghi dell’epoca non riportano alcun cenno a dondoli o a poltrone dondolanti quindi è possibile restringere il campo a una produzione tra il 1911 e il 1916 anno in cui a causa della guerra la Volpe rallentò notevolmente la sua produzione fino alla chiusura totale. Visto poi l’uso di dotare i nuovi prodotti con numeri progressivi e l’utilizzo del dondolo n.269 come copertina del primo catalogo del dopoguerra, è probabile che il dondolo 267 nella sua produzione base sia uno degli ultimi prodotti nuovi di Volpe prima della grande guerra. Una nuova restrizione quindi nella datazione potrebbe indicare questo prodotto intorno all’agosto del 1914, mese in cui la Volpe segnala ai propri clienti la difficoltà a consegnare gli ordini per la mancanza del legname proveniente dall’Austria già in guerra. Il modello con schienale e sedile reclinabile è invece riportato sia nella sua versione chiusa che in quella aperta nel catalogo del 1922. Questo modello è rinforzato da un ulteriore elemento di congiunzione tra i due pattini sotto al sedile che invece è completamente mancante nei modelli base.