Ecco  alcuni punti a sostegno dell’attribuzione a Max Fabiani del dondolo modello 267 e la sua produzione alla Società Antonio Volpe.

L’AMBITO AUSTRIACO

 

 

 

 

Il linguaggio del mobile in legno curvato è un linguaggio austriaco ed è nella Scuola austriaca che si trova l’autore di tanta bellezza. La società Volpe ha diversi rapporti con il mondo austro-ungarico. I capitali per la costruzione della fabbrica nel 1882 arrivano dall’Ungheria e il legname viene approvvigionato dall’Austria.  Le connessioni con il mondo austriaco nello stabilimento di Via Grazzano 20 a Udine sono forti e comprendono gli intrecci commerciali e anche progettuali.

Alcuni modelli presenti nel catalogo della Volpe del 1921 hanno una mano e una mente sicuramente di formazione austriaca, anche se il primo modello veramente originale e di qualità paragonabile a quelle viennesi si trova ben prima della guerra mondiale. L’unica sedia o poltroncina paragonabile a questo modello è infatti un oggetto della Portoix & Fix di Vienna, disegnato nel 1904 proprio da Max Fabiani, architetto della sede dell’azienda a Vienna.
 

Il salottino della serie 212-213 presente nel catalogo della Società Anonima Volpe intorno al 1910 non è paragonabile ad alcuno dei modelli presentati dalla Thonet o dalla J&J Kohn.