Museo del Design del Friuli Venezia Giulia – Associazione di Promozione Sociale
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No-waste è il tavolo che Ron Arad concepisce a partire dall’ultraleggero foglio standard di alluminio alveolare usato in edilizia. E’ un capolavoro d’invenzione: tutte le componenti vi sono ricavate senza sprechi, il montaggio è molto semplice ed è completamente smontabile in modo da poter essere spedito piatto.
No-waste, Ron Arad (2004).
Ripple Chair, di Ron Arad, è un progetto innovativo: lo spessore della scocca è sottile ma molto resistente grazie alle nervature che la percorrono. Ricordano le impronte delle onde sulla sabbia e dalle quali la sedia prende il nome.
A sinistra Ripple Chair, designer Ron Arad (2005).
La complessità protegge l’originalità. Da questo assioma nasce Supernatural, di Ross Lovegrove: una sedia interamente sviluppata con le tecnologie digitali, dal progetto alla produzione. E’ realizzata in materiale plastico, stampato per gas moulding. A fronte di un investimento importante, si è ottenuto un prodotto dai costi contenuti per un contract serio.
La sedia Supernatural, designer Ross Lovegrove (2005).
Print, di Marcel Wanders, è un progetto che gioca con il senso stesso del disegnare un divano: l’autore inventa un rivestimento, e sarà questo a definire il divano. E’ un puzzle incomprensibile che riprende senso solo quando montato: solo allora il pattern si compone.
La collezione Print, Marcel Wanders (2005).
L’estetica dell’era digitale trova forma nell’esperimento di Weisshaar e Kram, i due giovani che hanno disegnato Countouch. Quasi a mimare la crescita della natura, sono partiti da un algoritmo per de nire le pieghe della lamiera che compongono il tavolo, interamente computer generated.
A destra il tavolo Countach (2005).