Cultura, architettura e realtà virtuale: alla scoperta del padiglione virtuale del MuDeFri

8 July 2022

Negli ultimi anni lo sviluppo e l’utilizzo di programmi di architettura hanno profondamente cambiato l’approccio di molte aziende che oggi si presentano con show room e tour virtuali. Nel mondo dell’arredo, in particolare, è già pratica comune per le aziende dotarsi di disegni 3D di ogni pezzo in collezione per fornire ai progettisti gli indispensabili arredi per completare i rendering degli interni e partecipare alle gare d’appalto. In questo modo i progettisti dispongono già degli elementi chiave necessari per poter arredare virtualmente gli spazi, con il vantaggio di poter lavorare in progress, modificando e riprogettando a seconda delle esigenze.

 

Questo dialogo tra creatività, progettazione e produzione, come abbiamo visto, ha aperto nuovi orizzonti nel mondo dell’arredo e della cultura. I mezzi dell’una, infatti, possono diventare interessanti strumenti per la realizzazione di mostre virtuali di oggetti storici e contemporanei, in cui l’elemento della tridimensionalità è fondamentale. Nel caso di mostre con oggetti non in produzione, però, i disegni 3D di ogni pezzo spesso non esistono, vanno creati da zero, così come gli spazi che li ospiteranno. Ed è proprio così che nel 2021 l’architetto Serena Midolini ha progettato il padiglione virtuale del MuDeFri: uno spazio studiato in ogni dettaglio, dall’illuminazione all’arredamento. Nato in tempi di pandemia per rendere accessibile a tutti una delle mostre di UDW22, oggi ospita Donne al Bauhaus, mostra frutto di una lunga ricerca su quelle donne che, negli anni Venti, hanno voluto a tutti i costi perseguire il loro sogno d’arte e di design nella scuola più famosa del mondo.

 

Ma vediamo un po’ meglio come è stato progettato questo Padiglione, a partire dalla sua forma nata dalla volontà di anteporre uno spazio d’ingresso allo spazio espositivo vero e proprio. Giocando con figure geometriche semplici, due quadrati si intersecano in pianta, definendo un volume ad L che si avvolge attorno al cubo principale. Il primo volume, più basso e buio, costituisce l’incipit allo spazio espositivo e in esso vi si trovano le informazioni didascaliche sul tema della mostra. Attraversandolo si arriva ad un grande spazio vetrato che ospita la mostra vera e propria. All’esterno due alti muri a L definiscono un piccolo patio e fungono anche da quinta scenica per le vetrate della sala espositiva, permettendo al visitatore di immergersi nella mostra e di isolarsi dal paesaggio circostante. Questi sono gli elementi base che caratterizzano l'edificio, ma non bisogna dimenticare il grande potenziale che un’architettura virtuale permette: a partire da una struttura di base è possibile apportare modifiche alle finiture e alle luci per potersi adattare al meglio al tema della mostra e valorizzarne, quindi, l’allestimento.

 

A questo punto, se siete curiosi di visitare il padiglione virtuale non vi resta che entrarci: buona visita!

 

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