Museo del Design del Friuli Venezia Giulia – Associazione di Promozione Sociale
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SITZMACHINE
Il termine Sitzmachine – macchina per sedersi – è di solito riferita alla sedia disegnata da Joseph Hoffmannn nel 1905 per il Purkersdorf Sanatorium a Vienna, brevettata dalla Jacob & Josef Kohn nel 1908 e denominata n.699 in catalogo.
Non sappiamo se la dirigenza della Antonio Volpe fosse al corrente di tale brevetto, ma sicuramente avevano visto la poltrona n. 669 all’Esposizione di Milano del 1906. Non bisogna però fare l’errore di confrontare il modello più complesso di Volpe – quello con poggiapiedi e schienale reclinabile – con questo illustre esempio.
LE PALLE DI HOFFMANN
La Morris Armchair di Joseph Hoffmann (o Sitzmachine come erroneamente viene chiamata anche la poltrona n. 669 prodotta dalla Josef & Jacob Kohn) faceva chiaro riferimento ad una poltrona reclinabile Arts and Craft progettata da Philip Webb intorno al 1866 e chiamata Morris chair.
L’accorgimento del bastone di legno con le due sfere che permette la mobilità dello schienale e del poggiapiedi non è un’invenzione di Joseph Hoffmann: era stato usato – in metallo - anche da Otto Prutscher nella Morris Fauteuil prodotta da Thonet dal 1905.
Non è un caso che il dondolo 267 disegnato da Max Fabiani per la Società Antonio Volpe sia nelle collezioni di svariati musei sparsi per il mondo e che, ancora oggi, lo si pubblicizzi erroneamente come esempio della Secessione Viennese.
In generale tutti i dondoli partivano dal presupposto che il pattino con più o meno volute e curve andava a terminare come montante dello schienale. Solo un modello prima di quello creato da Volpe si discostava da quest’uso comune. Si tratta del modello della Jacob & Josef Kohn n.827 ed altre tipologie brevettate dalla stessa casa austriaca.