1975

Nodo

Produzione Tisettanta, Mathias

Sedia smontabile in legno di faggio con gambe tornite,scocche in legno lamellare, giunto in metallo

Immagini della sedia Lucia – questo il primo nome della sedia Nodo – in un catalogo Pallavisini.

Fulcro del progetto è il giunto metallico realizzato con doppia saldatura su tubo piegato. Collaudata nel luglio del 1976, Lucia supera al CATAS la “prova a fatica della struttura” risultando senza alcun difetto riscontrabile dopo 53.000 colpi, ed è anche avvalendosi di tale vaglio che Pasquinelli “emigra” in Brianza – Pallavisini ha da poco subito i danni provocati dal terremoto del 6 maggio 1976. La scelta di Pasquinelli cade su Tisettanta nel cui catalogo però la seduta viene inserita solo dopo drastiche modifiche: il giunto metallico che dà origine al nuovo nome, Nodo – è completamente ripensato venendo prodotto in due porzioni ottenute per fusione. La seduta risulta talmente “snaturata” rispetto al progetto originario da non venire nemmeno commercializzata da Tisettanta in forma “esplosa”. Il progetto è snaturato, inficiata la robustezza, la sedia condannata a breve vita.

 

Quasi due decenni più tardi – tra il 1994 e il 2010 – la sedia Nodo riacquista almeno in parte la sua coerenza nelle versione prodotta da Mathias, e viene orgogliosamente esposta nella mostra itinerante Due Generazioni di Designer / Two Generations of Designers a Udine (1998) e Köln (D), anche nel suo ridottissimo packaging.

Nata per Pallavisini che la presenta nel proprio stand a Colonia del 1976, la sedia Lucia – in seguito denominata Nodo – affronta la sfida della “riducibilità” superando i limiti del comfort rilevati da Pasquinelli nella tipologia della seduta pieghevole.  È stata insignita della segnalazione d’onore al Compasso d’Oro ADI (1979) e a Bio 9 (1981).