Ambientazione tratta  da un catalogo Pallavisini del 1972

1972
Maria

Produzione Pallavisini
Distribuzione Lubke KG

Sedia in legno di frassino e di faggio con sedile imbottito 

Come accade sovente in Pasquinelli le peculiarità innovative si radicano all’humus del gusto popolare: con Maria (in perfetta antitesi con gli anni ‘50) la proposta “zampa d’elefante” si abbina perfettamente al “timbro” dominante nella moda dell’epoca, mentre il recupero a dignità d’arredo di prerogative appartenenti alla memoria “rustica” della sedia (spigoli vivi e sezioni variabili) s’associa alla sublimazione dei tratti meno sensuali del medesimo traditum, quali il comfort e la raffinata geometria degli incastri – da applausi quello “architettonico” che si determina fra schienale e gambe posteriori. Maria coglie un notevole successo di pubblico in Italia e all’estero – in particolare in ambito mitteleuropeo dove è distribuita (con punte di 2.500 pezzi al mese) dalla tedesca Lubke KG.

Si tratta, probabilmente, della sedia più “scultorea” progettata da Pasquinelli. Basata su una semplice idea portata alle estreme conseguenze è una sorta di pratica dimostrazione della giustezza del motto di Eraclito: «la trama nascosta è più forte di quella manifesta»*. La diagonale descritta dai sostegni posti sotto alle sedute (la trama solitamente nascosta) diviene la regola “dirompente” su cui si fonda il disegno complessivo della sedia. Con disarmante coerenza le componenti verticali sono perfettamente in asse con i profili soggiacenti la seduta determinando un sovraccarico di linee in uscita dal baricentro ideale posto sotto il sedile imbottito. Effetto “esplosivo” esasperato dal peculiare disegno delle gambe (con base rastremata verso l’alto) che gratifica ogni angolazione di veduta. 

 

*Eraclito, Frammento 14 [A 20]

La sedia Maria con i tavolo, progettato in abbinamento

Dettagli dello schienale e dell’elemento a croce posto sotto il sedile che consente di evitare una congiunzione visibile tra le gambe.