Nel lavoro di Pasquinelli l'ancillarità è una sorta di crogiolo sorgivo,  «Le attenzioni del designer sono rivolte alla risoluzione dei problemi costruttivi e strutturali, alla ricerca della perfetta inclinazione del piano di seduta e dello schienale, allo studio degli incastri e dei punti di snodo, alle esigenze di una facile trasportabilità e di una comoda impilabilità dell’oggetto»*.

 


*Andrea Mi, Mauro Pasquinelli: tutti a sedere!, “Design &...”, Periodico d’informazione di
ADTOSCANA, Firenze 1994

1970
Eva

Produzione Pallavisini
Distribuzione Lubke KG

Sedia in legno di frassino e di faggio con sedile in canna o imbottito

Ambientazione tratta  da un catalogo Pallavisini del 1970

Galeotto fu Alfredo Simonit, ovvero la sua sedia 101, che permette a Pasquinelli di entrare in contatto con Sandro Pallavisini. Col progetto di Eva, Pasquinelli si ritrova così in catalogo insieme all’ammirato Simonit, Mourgue e Salvati e Tresoldi. E meritatamente, perché Eva diventa in breve un bestseller tra i più copiati in Italia e all’estero raggiungendo presto vertici di produzione mensile pari a 10.000 pezzi. Una tiratura impossibile per i venti operai in forza alla Pallavisini che costringe l’azienda ad esternalizzare la produzione. Il successo raggiunge la vicina Germania – dove Eva è distribuita (con punte di 2.500 pezzi al mese) dalla tedesca Lubke KG. 

In Eva i supporti verticali, a sezione piatta e arrotondata, seguono in parallelo il profilo della seduta, lo schienale descrive una curva armoniosa e naturale contribuendo a garantire una tonalità d’insieme morbida e mansueta. Ma un quid di tensione vive nelle pieghe della diagonale descritta dalle gambe posteriori che, arretrando la base d’appoggio, spinge innanzi l’attacco dello schienale: un’accentuata inclinazione che gratifica puntualmente la percezione morfologica della seduta nella terza dimensione.

In questa foto tratta si nota l’inclinazione delle gambe posteriori che conferisce particolare originalità alla sedia Eva.