DAL MEDIOEVO
AL XVIII SECOLO

Nella regione del Friuli, l'arte della lavorazione del ferro, simbolo della rinomanza del ferro veneziano, è documentata da numerosi testimoni medievali, tra cui i magli mossi dalla forza idraulica a Maniago, Cercivento di Sotto e Cividale del Friuli. Esistevano numerose fucine anche lungo il fiume Fella che lavoravano il ferro ottenuto dalle miniere locali o dalla Carinzia. 

A fianco Attività mineraria in Friuli nel XVI (particolare di un'illustrazione tratta dal codice Schwazer Bergbuches, 1556). Sotto: Malborghetto, in Valcanale, nel particolare di una stampa del 1681: sono visibili le officine di diversi battiferro (J.W. Valvasor, Topographic, Archiducatus Carinthiae).
A sinistra: Marchi di fabbrica delle antiche fucine nelle località di Tarvisio e Malborghetto. Ogni fabbro imprimeva sui propri manufatti un simbolo che ne contraddistingueva la provenienza
Le miniere a Peonis, Raibl e Maniago contribuirono anche all'approvvigionamento di ferro. Nel XV e XVI secolo, durante un periodo di crescita del consumo di ferro in Europa, il numero di fucine e magli aumentò. Il ferro era utilizzato per produrre una vasta gamma di beni, dalle armi agli attrezzi agricoli. Tuttavia, nel corso dei secoli, guerre, inondazioni e cambiamenti politici, colpirono l'industria del ferro nella regione. L'occupazione francese e altri eventi di instabilità causarono danni alle infrastrutture che resero difficile la sostenibilità dell'industria.
Due immagini del villaggio minerario del monte Cocco, Valcanale, realizzato quasi completamente in legno. Ora nulla è rimasto se non l'edificio del direttore dove erano presenti anche gli uffici.