Sull’importanza di essere reale: piccola filosofia del MuDeFri
22 February 2022
di Francesca Maiorana
Se state leggendo questo blog, probabilmente sapete già che il MuDeFri è il Museo del Design del Friuli-Venezia Giulia e vi è altrettanto noto che nessuno spazio fisico ospita le sue collezioni. Già, questo museo è stato volontariamente concepito come un museo online le cui mostre vengono allestite in stanze virtuali visitabili da chiunque in qualsiasi momento. Tralasciando per un momento i vantaggi che accompagnano il suo esistere solo in rete, le considerazioni che hanno portato alla fondazione di questo museo prescindono dall’idea che parlare di realtà e virtualità come due concetti diversi e opposti non è più una chiave di lettura efficace.
Vale la pena di ricordarlo oggi, a poche settimane dall’uscita del nuovo libro Reality+ del filosofo David Chalmers e dall’intervista rilasciata dallo stesso al sito di informazione americano Vox.com. Filosofo e co-direttore del Center for Mind, Brain and Consciousness alla New York University, è noto per il suo contributo al dibattito filosofico e scientifico sulla coscienza; in Reality+ convergono le sue riflessioni sulla genuinità delle realtà virtuali, reali tanto quelle fisiche. Secondo l’autore queste realtà, non sono da considerarsi inferiori alla realtà fisica, ma piuttosto ne fanno parte e ne dipendono, costituendo un secondo livello rispetto ad essa. Molti di noi sono portati a pensare di poter condurre una vita significativa unicamente in quella che consideriamo realtà in senso stretto, quella esperibile con i sensi, eppure ciò che rappresenta la realtà virtuale oggi, soprattutto per le nuove generazioni è estremamente significativo e altrettanto reale. Chalmers ricorda, infatti, che ad attribuire un significato a molte delle cose che popolano la realtà fisica è la mente umana, basta pensare a cosa sono il denaro, lo stato o la legge.
A questo punto il passo a considerare la realtà virtuale tanto quanto quella fisica è breve e, tornando a noi, un museo online costituisce un’esperienza significativa in cui la stessa ragione d’essere di museo e il rapporto tra opera e visitatore assumono un valore assoluto che non ha senso paragonare ad altro. La differenza sta nella fisicità, non nella realtà. E per quanto riguarda questo aspetto, oggi la tecnologia sta continuando ad avanzare nel tentativo di rendere esperibile il mondo virtuale e di colmare anche questa ultima differenza. Il MuDeFri, a passi un po’ più piccoli, si muove nella stessa direzione e già nel 2021, ha allestito un padiglione in 3D per l’esposizione di una serie di opere realizzate in occasione di Udine Design Week. Gli stessi progetti, ideati per essere collocati in precisi punti della città, erano visibili nel loro spazio unicamente tramite smartphone. Anche per l’edizione 2022 mondo virtuale e mondo fisico coesistono e sarà possibile varcare le soglie del MuDeFri in una modalità del tutto inedita.
Se il pizzico di filosofia che ha condito questo articolo è stato di vostro gradimento, probabilmente apprezzerete l’intervista integrale al filosofo David Chalmers che trovate qui: il suo discorso prosegue fino ad abbracciare concetto di realtà simulata e l’idea di vita oltre la morte, ma per quanto riguarda il blog del MuDeFri oggi ci fermiamo qui!
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