Donne al Bauhaus: come si realizza una mostra al Padiglione Virtuale del Mudefri
15 July 2022
Qualche giorno fa abbiamo raccontato come è stato realizzato il Padiglione Virtuale del MuDeFri, come sono stati pensati gli spazi e la struttura, ora è il momento di scoprire qualcosa in più sulla mostra che ospita in questo periodo.
L’attività curatoriale dietro a Donne al Bauhaus, integrando strumenti come la modellazione 3D e i virtual tour, ha portato alla creazione di un percorso attraverso gli oggetti realizzati da sei donne designer del Bauhaus che, ricostruiti digitalmente, sono stati inseriti nel contesto architettonico del Padiglione. L’allestimento è stato concepito per permettere al visitatore di muoversi tra gli oggetti e di godersi una vista a 360 gradi.
Disposti su piedistalli, o sospesi con cavi d’acciaio, tutti e sette i pezzi esposti sono accompagnati da un pannello didascalico e illuminati da un punto luce. Nello spazio d’ingresso, inoltre, sono state inserite delle riproduzioni fuori scala di alcuni di questi oggetti. In digitale si può! Nel caso della mostra in questione permette di vedere la cura del dettaglio di come sono stati ricostruiti.
A descriverlo sembra tutto molto facile, ma come si ricrea effettivamente un oggetto di design di cui molto spesso è quasi impossibile reperire immagini e informazioni? A rispondere ci aiuta Lorenzo Talian, che dopo un lavoro di ricerca su ogni singolo pezzo e di studio delle proporzioni, delle forme, dei materiali e delle finiture, lo ha ricreato tramite un software di modellazione 3D e uno di grafica vettoriale. Non sempre è stato un processo agile. È il caso della sedia Weissenhoff di Lily Reich, il cui articolato intreccio della seduta in midollino, è stato scomposto, all’interno dello spazio di lavoro del software, fino a individuarne il modulo di base. Quest’ultimo poi è stato poi avvolto sul telaio della sedia, copiato, e le copie impilate in serie, ripetendo l’azione fino a ricoprire tutta la seduta. Ad alcuni oggetti, come i mattoncini in legno di Alma Siedhoff-Busher, inoltre, si è scelto di dare un aspetto vissuto che richiamasse il loro essere oggetti funzionali, non pensati come opere d’arte. Questa scelta ha implicato l’inserimento di imperfezioni e scoloriture fedeli alla ricerca fotografica che mostrassero le venature del legno sottostante e rendessero l’oggetto quanto più accurato e realistico possibile.
A questo punto se scoprire come sono stati ricreati gli oggetti esposti a Donne al Bauhaus vi ha messo almeno un po’ di curiosità, non vi resta che visitare subito il Padiglione Virtuale del MuDeFri: